Lo avevamo subdorato, di giorno in giorno registrando dalla seconda decade del mese di dicembre temperature sempre più anomale con giornate davvero memorabili, dal punto di vista climatica, a partire dai 23,4°C raggiunti a Parma il 23 dicembre, continuando con il mite e secco mese di gennaio e concludendo con un mese di febbraio senza dubbio più dinamico, soprattutto nella sua seconda parte, ma decisamente più vicino alle caratteristiche climatiche di un mese di novembre che non dell’ultimo mese, spesso il più freddo, invernale. Oggi abbiamo la certezza numerica, il sigillo scientifico, che sancisce l’inverno 2023-24 come il più caldo, non solo in Italia, dove viene abbattuto il record precedente del 2007, saremo più precisi quando pubblicheremo i dati del CNR. Ma, cosa più preoccupante, l’inverno 2023-24 sarà ricordato come il più caldo di sempre in vaste aree dell’intero nord emisfero, in particolare in Canada. Ma andiamo con ordine presentando dapprima la mappa delle anomalie a 500 Hpa per il nord-emisfero.

Anomalie dei geopotenziali positive in quasi tutto il nord-emisfero, con isolate zone con anomalie negative soprattutto su Scandinavia, Islanda ed Alaska. Particolarmente pesante per gli effetti sul clima europeo l’anomalia positiva di geopotenziali sul Marocco, responsabile della reiterazione di azioni dirette verso il Mediterraneo dell’anticiclone africano.

Il risultato di questa configurazione climatica davvero impressionante è stato il più caldo inverno mai visto, dall’inizio delle registrazioni, sul nord-emisfero, con particolare riferimento al nord America ed all’Europa centro-orientale.

Impressionanti le anomalie registrate sugli USA e sul Canada, ma ancora più impressionante la corrente calda che spostandosi dai Caraibi ha interessato l’Africa equatoriale, il Marocco e l’Europa. Saranno certamente da analizzare attentamente le cause di questo comportamento delle masse d’aria, perchè potrebbero effettivamente tradire un cambio nel comportamento della corrente del Golfo, ma ne riparleremo. Andando ad analizzare le anomalie termiche più da vicino non possiamo non registrare l’inverno straordinariamente caldo degli USA e soprattutto in Canada.

Probabilmente l’inverno 2023-24 sarà il più caldo mai registrato sul Canada con anomalie totali vicine ai +3°C con punte di oltre +6°C. In USA le ultime ondate di gelo di febbraio soprattutto in California e sulla costa orientale, potrebbero aver “salvato” gli States dal registrare l’inverno più caldo di sempre. In Europa invece le cose sono state molto differenti.

Stracciato il vecchio record in Italia, che apparteneva al 2007 con le anomalie complessive per l’inverno 2023-24 che probabilmente eccederanno i +2°C rispetto alla media climatica disintegrando letteralmente il vecchio record di +1,76°C appartenente all’inverno di 17 anni fa.

Insomma, in questo articolo abbiamo delineato in tutta la sua drammatica evidenza l’assoluto disastro climatico osservato in questo inverno 2023-24. C’è da preoccuparsi? Quello che osserviamo può essere annoverato tra le normali fluttuazioni climatiche? A mio parere no. Quello che abbiamo registrato questo inverno, e più in generale, osserviamo negli ultimi 24 mesi è un’accelerazione del GW prodotta probabilmente da molte concause, tra le quali la CO2 potrebbe non esserne l’unica. Massimo solare, eruzione del Tonga, El Nino, hanno sicuramente contribuito a determinare questo straordinario stato di cose. La questione più preoccupante però rimane quella che il “gradino climatico” asceso in questi ultimi due anni possa essere permanente e determinare effetti sul clima globale irreversibili. E’ notizia di questi giorni la possibilità che la corrente del Golfo collassi, gli effetti sul clima sarebbero notevoli e nefasti. Occorrerà monitorare la situazione nei prossimi mesi, quando il Nino sarà un ricordo e gli effetti del Tonga inizieranno ad affievolirsi. E’ inutile dire che viviamo tempi straordinari meritevoli di straordinaria attenzione.