Uno dei fronti più delicati del cambiamento climatico è senz’altro quello del pack artico. Si sa benissimo quanto uno scioglimento incontrastato dei ghiacci artici, soprattutto di quelli continentali possa impattare sull’equilibrio climatico e geomorfologica del nostro pianeta. In questo quadro diventa essenziale monitorare la minima estensione raggiunta dalla banchisa polare artica ed antartica nel corso dell’anno. Oggi ci concentriamo sulla situazione del polo nord, all’indomani del raggiungimento della minima estensione del pack lo scorso 18 settembre.

Come si evince dalla figura che confronta l’andamento dell’estensione del pack artico in riferimento alla media 1981-2010 al relativo range di interquartile e Interdecile, appare evidente come il 2022 si posizioni al di sotto della media climatica ed al di sotto del range dei degli interdecili più bassi, anche se di poco. Esso rimane però di oltre 1 milione di chilometri quadrati al di sopra del record negativo raggiunto nel 2012. Nello specifico il 2022 ha raggiunto lo scorso 18 settembre la sua minima estensione 4674 milioni di chilometri quadrati, dicevamo, oltre 1 milione di chilometri quadrati oltre il minimo assoluto raggiunto il 17 settembre del 2012 con 3.387 milioni di chilometri quadrati. Se andiamo a confrontare le estensioni dei due minimi possiamo anche valutare la salute generale del pack artico.

In dieci anni non solo il pack ha riconquistato notevoli fette di territorio ma anche il suo spessore è decisamente aumentato soprattutto in prossimità del polo nord geografico. Queste confortanti notizie sono confermate dal seguente grafico dove appare evidente come tra i minimi registrato negli ultimi 10 anni quello di quest’anno è tra i più elevati, sullo stesso piano di quello dello scorso anno.

Buone notizie dunque dal pack artico quest’anno. Sembra dunque che il trend che tanto ci aveva preoccupato negli scorsi anni, abbia timidamente intrapreso un cambio di tendenza.