Siamo in procinto di raggiungere la minima estensione dei ghiacci artici del 2023. Iniziamo con il dire che questo minimo arriva alquanto presto rispetto a quelli degli ultimi anni. Infatti negli ultimi 4 anni il minimo è stato raggiunto rispettivamente iL: 19 settembre nel 2022, il 16 settembre nel 2021, il 16 settembre nel 2020 ed il 22 settembre nel 2019. Potremmo ancora registrare valori più bassi, ma l’andamento della curva insieme ad un repentino raffreddamento delle temperature oltre gli 80° di latitudine nord, ormai ampiamente sotto lo zero, ci fanno prevedere un raggiungimento alquanto precoce del minimo dell’estensione del pack artico quest’anno.

Passando ai dati analitici, se fosse confermato il dato del 2023 avremmo per il terzo anno consecutivo un minimo superiore ai 4 milioni di chilometri quadrati, al momento sarebbero 4,413, valore comunque nettamente inferiore a quello dello scorso anno 4,704 milioni di chilometri,

ma molto più esteso rispetto al record assoluto del 2012 (3,387 milioni di chilometri quadrati), 2020 (3,737 milioni di chilometri quadrati) 2016 (4,165 milioni di chilometri quadrati). Andando a confrontare l’estensione geografica dei ghiacci artici registrata negli anni più critici con quella di quest’anno notiamo un confortante aumento dell’estensione dei ghiacci sul lato europeo mentre appare sempre drammatica la situazione sul versante asiatico ed nord-americano.

2012

2020

2016

2023

Tutto sommato, considerando che anche quest’anno l’estensione dei ghiacci artici rimarrà ben al di sopra dei 4 milioni di chilometri quadrati di estensione, al Polo Sud si va ormai ogni anno al di sotto dei 2,5 milioni di chilometri quadrati, e che il minimo assoluto risale ormai a 11 anni fa, si può moderatamente affermare che ancora la situazione alla alte latitudini polari non è fuori controllo, ed è forse per questo che ancora non abbiamo osservato quello che la maggior parte dei climatologi prevede come prossimo grande effetto del GW: il blocco della corrente del Golfo ed il raffreddamento europeo. Staremo a vedere, intanto anche quest’anno il polo nord “tiene botta”.