Come spesso accade all’interno delle dinamiche del clima, a fasi particolarmente secche dalla durata anche molto prolungate, seguono fasi altrettanto anomale di segno opposto. E’ quello che sta accadendo in Italia in questa fine di febbraio. La circolazione generale si è dimostrata poco dinamica prediligendo configurazioni bloccate capaci di perpetuare a lungo anomalie climatiche su medesimi luoghi del pianeta. Se ne sono accorti in USA dove hanno vissuto l’inverno più caldo di sempre e ce ne siamo accorti in Europa dove abbiamo vissuto un inverno quasi altrettanto caldo e dove in Scandinavia dove ha fatto da contraltare un inverno davvero freddo. Ora sembra che la macchina climatica abbia cambiato assetti e l’Italia rischia di vivere un lungo periodo di pioggia e neve in montagna. Partiamo proprio da questo secondo aspetto. Dopo le intense precipitazioni che hanno interessato le nostre Alpi nelle giornate di venerdi e di ieri, questa notte arriverà dalla Francia un nuovo impulso perturbato che promette di portare sulle nostre Alpi nord-occidentali nuovi apporti nevosi. Vediamo una elaborazione del modello WRF su inizializzazione di GFS-12 valida fino alla mezzanotte di martedi.

Cumulate di 24 ore vicine ai 50 cm sulle Alpi occidentali. Gli accumuli partiranno dagli 800 m in su, localmente anche più in basso sulle Alpi piemontesi e sulla Valle D’Aosta. Altrove saranno piogge, intense e persistenti che, viste le ultime elaborazioni, con un minimo in spostamento sulla Corsica, dovrebbero interessare non solo la Sardegna, la Liguria, il Piemonte e la Toscana, come dicevamo ieri, ma anche l’Emilia Romagna dalla serata di domani con cumulate ingenti e vista, l’altezza dello zero termico, molto elevata, capaci di determinare situazioni di emergenza idrogeologica.

Ma, dicevamo nel titolo dell’articolo, questo sarà solo l’inizio, infatti il sistema perturbato, come dicevamo negli articoli precedenti, si isolerà in cutoff e determinerà la formazione di un minimo di pressione a largo della Tunisia che da mercoledì determinerà una nuova pesante fase di maltempo che questa volta interesserà il mezzogiorno d’Italia.

Il minimo di pressione si muoverà verso est determinando nelle 24 ore successive ingenti precipitazioni su Sardegna, Calabria e Puglia, con precipitazioni minori su Sicilia e Lucania. Naturalmente occorrerà capire come il sistema si evolverà per determinare con esattezza la quantità di precipitazioni. Sembrerebbe però che il sistema possa evolversi abbastanza velocemente quindi, al momento, non crediamo che possano determinarsi condizioni alluvionali per il sud.

A questa fase di maltempo estremo dovrebbe seguire nel fine settimana un nuovo impulso perturbato nord-occidentale.

Ancora precipitazioni sul nord-ovest, con quota neve più o meno medesima delle prossime ore. Passando alle temperature esse si manterranno per tutta la settimana leggermente sopra la media chiudendo l’inverno meteorologico tra i più caldi di sempre. Questa intensa fase di maltempo potrebbe esaurirsi all’inizio della prima settimana di marzo quando si aprono possibili scenari alternativi a quello predominante in questi giorni, con il flusso atlantico ancora protagonista ma con possibili influenze di una circolazione fredda continentale di origine russa. Ne riparleremo nei prossimi giorni; di certo la primavera inizierà perturbata come finirà l’inverno.