Sempre più confermata la fase di intenso maltempo che inizierà dalla fine della prossima settimana. Una fase piovosa ma molto mite che avrà il suo acme al nord-ovest e regioni tirreniche nella giornata del 10 febbraio quando le precipitazioni saranno intense e persistenti in veloce trasferimento sulle regioni meridionali nella giornata dell’ 11 febbraio, il tempo rimarrà instabile a causa di un importante variazione dell’assetto barico sempre più evidente nel “long term” dei modelli. Ma andiamo con ordine, mostrando in apertura le cumulate precipitative previste dal run ufficiale di GFS-12 questa sera.

Evidente l’azione perturbata colpire in maniera davvero importante tutte le regioni tirreniche nella giornata di sabato. La prima mappa è riferita alle ore 12,00 quando le regioni più colpite saranno quelle centro-settentrionali con particolare riferimento al nord-ovest, qui saranno piogge intense e nevicate sulle Alpi oltre i 1500 m. Nella seconda mappa, riferita alle 24 successive si nota come il peggioramento si trasferisca velocemente verso sud rendendo la fase perturbata diffusa e “produttiva” per tutto il Paese, finalmente. Dicevamo che proprio dalla serata di domenica tutto potrebbe cambiare nella circolazione generale. Secondo GFS e con un certo ritardo anche secondo ECMWF si creerebbero le condizioni per una ondulazione marcata del getto atlantico. Vediamo il run ufficiale di ECMWF-12 confrontatO con la media delle perturbazioni di GFS-12.

In GFS appare più accentuato ed anticipato il movimento che determinerebbe il blocco alle correnti atlantiche. Mentre in ECMWF il flusso atlantico durerebbe ancora per 24 ore, infatti la previsione dei due modelli a 240 ore è più o meno la medesima.

Commentiamo in ordine le due mappe: in ECMWF-12 il blocco appare piuttosto debole, ed in zona polare le vorticità appaiono non ben separate tra il lobo canadese e quello siberiano, anche se l’azione delle correnti artico-marittime entrerebbe sul Mediterraneo centrale. In GFS-12 (media delle perturbazioni) vediamo invece ben separati i due lobi del vortice polare con quello canadese capace di ergere un blocco atlantico ben più solido rispetto a quello prospettato da ECMWF con possibili risvolti freddi sul Mediterraneo centrale. Insomma, come negli scorsi articoli abbiamo dovuto aspettare qualche giorno per delineare in maniera chiara il peggioramento che avrebbe decretato la fine del grande anticiclone, così dovremo attendere ancora qualche giorno per definire i tratti di una fase fredda che ad oggi appare sempre più probabile dalla metà del mese.