Quello che è successo 24 ore fa è purtroppo una tragedia annunciata e prevedibile. Stiamo osservando da mesi l’andamento climatico anomalo sul Mediterraneo centrale, con un inverno mite e secco ed un mese di maggio, per caldo, inferiore solo al 2003. Anche il mese di giugno è stato molto caldo, e in fatto di anomalie è stato più freddo solo del 2003. Allora perchè nel 2003 non abbiamo osservato un fenomeno così agghiacciante per le conseguenze di morte e fortemente simbolico del declino di uno degli ecosistemi più affascinanti e fragili della terra?

Il distacco del ghiacciaio visto da alcuni turisti.

Cercheremo di capirlo con alcuni grafici. Partiamo dal confronto tra le anomalie termiche del 2003 e quelle del 2022 nel semestre freddo (novembre-aprile)

Evidente come il 2021-22 sia stato più mite del 2003 seppur di poco. Vediamo, inoltre il confronto tra il 2003 ed il 2022 dal punto di vista precipitativo, il più importante.

Evidente la differenza sostanziale tra i due semestri freddi sulle Alpi: nel 2003 avemmo discrete anomalie positive delle precipitazioni, quindi molta neve, mentre, come purtroppo sappiamo, il 2022 ha fatto registrare pesanti anomalie negative nelle precipitazioni, pochissima neve. Siamo dunque arrivati al mese di maggio con creste alpine, prive del manto nevoso caratteristico a questa parte della stagione, come tra l’altro confermano i gestori dei rifugi. A questo punto registriamo a maggio ed a giugno i più caldi mesi, appunto dal 2003, della storia climatica recente con pesantissime anomalie come vedremo qui di seguito per il mese di giugno.

Si può notare come il 2022 oscilli tra i +2 ed i +3°C rispetto alla media clino mentre il 2003 deborda oltre i 4°C. Ma a differenza del 2003 i mesi di maggio e giugno infieriscono su giacchiai non protetti dalla neve invernale ed inoltre, proprio nell’ultima settimana, le zone alpine orientali sono soggette ad intense piogge a carattere temporalesco che determinano addirittura una anomalia positiva nelle precipitazioni, per lo più sotto forma di pioggia, che come hanno spiegato i glaciologi ha determinato un effetto di trascinamento del ghiaccio su un letto fluido determinato dalla penetrazione dell’acqua piovana in profondità, al di sotto dello strato ghiacciato. Ecco la genesi del disastro.

Pesanti anomalie precipitative positive sulle Alpi

Dicevamo in apertura che la tragedia della Marmolada era,purtroppo, “annunciata”. Quello che stiamo vivendo è un semestre caldo tra i più torridi della storia recente, ed i danni che le nostre Alpi subiranno questa estate saranno ben peggiori di quelli dell’estate 2003 proprio a causa delle cose dette in questo articolo. Se la stagione autunnale non dovesse arrivare precoce, perderemo pezzi importanti del nostro patrimonio ecosistemico alpino, una perdita che potrebbe essere irreversibile. Va detto con tutta onestà: qualsiasi scelta politica, anche la più radicale non potrà determinare una controtendenza in un processo di declino dei nostri ghiacciai che appare inevitabile. Occorre sperare che le azioni di policy climatica mitighino gli effetti del GW, oppure che, cosa sempre più difficile da credere, l’apporto dei gas serra sia solo una causa dell’attuale GW e che ci siano altri fattori in gioco che possano determinare in futuro una controtendenza nel riscaldamento globale. In tutti i casi, quello che abbiamo visto ieri potrebbe essere solo il primo scricchiolio di una valanga climatica in procinto di stravolgere l’ecosistema alpino.