Facciamo stasera qualche precisazione in apertura dell’articolo. Stiamo leggendo in queste ore molte inesattezze sullo stratwarming in atto. Come vedremo nello specifico all’interno dell’articolo, possiamo registrare al momento un disturbo marcato della colonna stratosferica fino ai 10 Hpa con split del VP stratosferico a 1 Hpa 2Hpa e 5 Hpa. Dunque lo stratwarming sta in queste ore interessando con il suo disturbo la quota chiave dei 10 Hpa, al di sotto della quale, ancora non si evincono effetti. Dunque chi sta scrivendo, su differenti siti, che l’effetto del warming in atto si esprimerà nella fase antizonale del prossimo week-end, quella per intenderci, che colpirà la penisola iberica e marginalmente il nord Italia, con effetti ancora da valutare, dice una grande inesattezza. Lo strat-warming in atto potrà avere effetti in troposfera non prima del 10-12 gennaio, come avevamo detto più volte nel corso degli scorsi articoli, e vedremo che proprio attorno a quella data chiave che questa sera i modelli di calcolo numerico iniziano ad apprezzarne gli effetti con sfumature differenti ma decisive.

Ecco lo strat warming in atto

Andiamo comunque per ordine. Guardiamo per prima cosa alcune mappe, a mio parere bellissime:

https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/stratosphere/strat_a_f/#emct.

Facciamo un po’ di didattica: lo stratwarming è evidentissimo proprio in mezzo al polo esso divide in due parti (split) il VP ed è il risultato di una imponente azione di diffusione del riscaldamento stratosferico dall’alta stratosfera verso il basso come vediamo qui di seguito:

Il riscaldamento ad 1 Hpa si diffonde verso il basso determinando già a 5 Hpa uno split completo del VP. Guardiamo ora gli effetti sulla circolazione, quella che ci interessa. Guardiamo le mappe delle pressioni.

E’ evidentissima a 1 Hpa e 2 Hpa l’inversione della circolazione zonale a causa di una alta pressione polare che divide in due parti il VP. Più complessa la situazione a 5 e 10 Hpa dove il VP seppure disturbato non appare separato nelle classiche due porzioni che determinerebbero le condizioni per un MSW (Major Strat Warming) da manuale. Vedremo già domani se esso si compirà oppure assisteremo solo ad un evento di displacement (disassamento del VP dalla sua sede naturale) ed è forse proprio su questo che ci giocheremo il possibile evento freddo di metà gennaio.

Gli effetti del riscaldamento troposferico in troposfera

Infatti oggi i principali modelli di analisi meteo: Reading (ECMWF) e GFS iniziano ad apprezzare gli effetti del warming a livello troposferico ed entrambi a 168 ore (12 gennaio) vedono il formarsi di una alta pressione polare, segno come detto negli scorsi articoli, del warming stratosferico che si diffonde in troposfera.https://www.progettoscienze.com/blog/stratwarming-e-buran-in-europa/.

Entrambi i modelli vedono il formarsi sul polo nord geografico di una zona di alta pressione indicata in giallo, nel caso di ECMWF essa separa il VP in due parti: la più cospicua sulla Siberia ed una minima parte sul Canada. Nel caso invece di GFS l’alta polare non riesce a separare il Vp che rimane connesso in zona groenlandese, freccia rossa, le conseguenze di queste due minime sfumature sono determinanti. Nel primo caso (ECMWF ) la porzione canadese del Vp si isola determinando l’espansione dell’anticiclone delle Azzorre verso nord pilotando una massa di aria fredda continentale sull’Europa e sul Mediterraneo centrale.

Evidente nelle due emisferiche ECMWF l’isolamento del ramo canadese del Vp che si separa completamente dalla parte siberiana che si fonde con un terzo pezzo del VP isolatosi in Europa.

Nel secondo caso (GFS) il lobo canadese non perde mai il collegamento con quello siberiano ciò rende impossibile il suo isolamento e il conseguente invorticamento necessario alla frenata delle correnti zonali.

Insomma stiamo molto attenti alle prossime emissioni, il passaggio 144 ore 168 ore è determinante per il proseguo dell’intero mese di gennaio.