15894939_1000241176774420_2957417769559158162_nDopo che l’ondata di Buran ha attanagliato le zone del Centro/Sud, tra versanti adriatici e Meridione, adesso la situazione permarrà fredda sia per l’effetto albedo prodotto dalle intense nevicate e sia per possibilità di ulteriori impulsi freddi di matrice artica.

Tutto questo scenario è abbozzato dai modelli fisico/matematici attorno e dopo metà mese, allorquando è vista la penetrazione di un fendente freddo artico, con possibilità di formazione di un centro depressionario nei mari centro/meridionali dell’Italia.

Al momento rimane una tendenza da confermare, soprattutto per quel che concerne la traiettoria e la possibilità che l’anticiclone delle Azzorre possa poi congiungersi con quello russo e formare anche un eventuale progetto di “retrogressione“da Nord/Est.

Insomma, l’Inverno è partito in 5^ e ha tutta la voglia di continuare con episodi freddi anche da metà mese in poi, pur sapendo comunque che eventi appena passati, di certo non si ripeteranno facilmente nei prossimi anni, avendo certi tempi di ritorno.

Ma una considerazione dev’essere pur fatta, partendo dagli anni 2000′, soprattutto dal 2009, con cadenza quasi biennale, si sono registrati eventi davvero estremi nel nostro Paese, dove la loro intensità è catalogabile tra forti o di tipo violento.

Ricordiamo il grosso evento per le medio-basse quote di Febbraio 2009, con tre giorni ricchi di eccezionali nevicate tra settore adriatico e del Sud, tant’è che nelle zone Nebroidee sicule si raggiunsero picchi di oltre 1 metro e 10 cm.

Poi un altro colossale evento, il Buran del 2012 venne a colpire le zone del centro adriatico, con intere frazioni sepolte tra le Marche, l’Abruzzo, L’Emilia tanto per citarne alcune.

Dopo due anni, nel 2014, toccò nuovamente nell’area adriatica e del Meridione subire un  altra forte ondata di freddo con una “Ionio Low“, che produsse storiche nevicate a mare, con Messinese e nord siculo interamente coperto dalla neve a mare e molte altre zone tra Calabria, Puglia e tutto il versante adriatico.

E per finire a quest’altro evento, pochi giorni dopo il 2016, (tra 5 e 7 Gennaio 2017) quindi a distanza di soli due anni, sempre le solite zone, target Adriatico/Sud, con apertura forse di un ciclo che pare non voglia arrestarsi.

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Fatta questa premessa e non avendo la sfera di cristallo per poter andar nel futuro per dar certezze sul possibile arrivo di altri  intensi eventi, possiamo basarci su una statistica di decenni analizzati che vedono l’andamento climatico imboccar vie ripetitive su alcune aree geografiche.

Ricordiamo tutti, soprattutto per quelli over 30 anni, il decennio negli anni 90′, ricco di eventi nevosi per il comprensorio Adriatico/Sud, dove la condizione ideale per aver fiondate nevose e fredde fu la formazione di una “Ionio/Egeo Low“!

Ebbene, in quel decennio, in media, furono le stesse zone che stanno sperimentando in questo secondo decennio anni 2000′, ad esser frequentemente esposte, a discapito delle zone alpine e dei settori tirrenici e il Nord  che videro meno episodi freddi e nevosi.

Che sia iniziato un ciclo ancora una volta nelle medesime aree geografiche?

La risposta non possiamo darla ma sappiamo bene che la Natura comanda e lo farà sempre secondi i suoi perfetti piani, tant’è che quest’anno se n’è anche infischiata di tanti indici climatici che vedevano nettamente sfavorita l’Italia per eventi freddi di un certo rilievo.

Nell’ultimo mese tra vari NAM, precodizionamenti della Troposfera a discapito di un forte Strat Cooling e altri indici non ideali, ne abbiamo davvero sentite tante, ma alla fine quel che conta è stato il risultato di un evento che passerà alla storia meteo-climatica italiana, a distanza di soli due anni dall’ultimo!

La Natura è sempre l’architetto perfetto, il capo cantiere ideale e l’operaio che eseguirà in modo esemplare ciò che ha in mente, incastrando ogni singolo pezzo per formare quel puzzle che tanto ci affascina.