Salve amici, spesso in questi anni abbiamo potuto osservare ed analizzare le sorti del tempo italico, e ci siamo lamentati di come esso fosse troppo monotono, soprattutto negli inverni dominati da miti fasi atlantiche. Una cosa però in questi anni l’abbiamo potuta annotare ed osservare: quando un pattern meteorologico a carattere freddo decide di prediligere la rotta italica, difficilmente conclude il suo iter senza lasciare segni indelebili nella storia climatica del nostro paese. Questo perché l’Italia si trova in una nicchia geografico-morfologico-climatica assolutamente sfavorevole a lunghi periodi di freddo e neve. Non a caso esso è potuto essere la culla insieme alla Grecia della civiltà e non a caso è stata terra di conquista ambita da tutti i popoli che hanno potuto visitarla. Il clima italico infatti subisce raramente dicevamo, le rigidità invernali, perché inserito in un mare caldo, il Mediterraneo, perché si trova a destra rispetto all’oceano Atlantico, dunque soggetto a correnti prevalenti miti e temperate ( le correnti dominanti alle medie latitudini seguono il verso di rotazione terrestre e dunque vanno da ovest verso est) perché infine è protetto da una catena montuosa di oltre 4000 m proprio a nord del proprio territorio quasi a volerla proteggere dai rigori del generale inverno. Eppure, a volte, quando tutt’a una serie complessa di variabili, che non sto qui a citare, vanno per il verso giusto, non solo l’Italia assaggia l’inverno vero come tutti i paesi che si trovano alla sua latitudine, ma gli eventi che ne seguono sono peculiari e disegnano storie che finiscono negli annali non solo della meteorologia ma della storia comune degli italiani, finiscono infatti nei racconti degli anziani, nelle canzoni dei cantanti, a volte nella stessa politica del nostro paese. Diventano dunque patrimonio comune della nostra cultura, contribuendo a caricarlo di un’aurea quasi mitologica. Ecco perché sono da molti attesi anche se portano con se disagi e problemi. Oggi siamo alla vigilia di una di queste fasi, di uno di questi eventi che diventeranno storia, come dicevamo infatti, difficilmente quando entra una -15 gradi a 850 Hpa sull’Adriatico lo fa per caso, in genere delinea l’inizio di lunghe e complesse fasi di maltempo a carattere freddo che prima o dopo coinvolgono tutta la Penisola. Sarà così anche questa volta: possiamo infatti vedere dall’immagine del satellite che allego a questo articolo, la depressione centrata sulla Polonia che convoglierà nei prossimi quattro giorni a più riprese masse d’aria gelida sul nostro meridione principalmente determinando nevicate diffuse su: Marche meridionali, Abruzzo, Molise, Puglia, Lucania e Sicilia. Disagi potranno verificarsi nelle zone interne al di sopra dei 200m, ma lascio alla protezione civile ,sempre attenta, emanare gli avvisi di sorta di cui pubblicheremo puntualmente le risultanze. 


Nel frattempo che le nostre regioni meridionali subiranno gli effetti di questa potente irruzione, le altre, in particolar modo quelle padane assaggeranno il gelo con temperature abbondantemente sotto lo zero nelle prime ore del mattino, inizieranno insomma a determinarsi le condizioni per il generarsi di un cuscino di pesante aria gelida che si stratificherà in prossimità del suolo, ciò determinerà non solo freddo accentuato fino all’inizio della prossima settimana, ma porrà le basi per la seconda fase del peggioramento che inizia oggi. Infatti i principali modelli vedono una prima intrusione di masse d’aria fredda di origine polare marittima che produrranno nevicate diffuse anche al centro nord, questa ultima previsione necessiterà conferme, che vi daremo nel corso dei prossimi giorni, alleghiamo qui di seguito la carta riferita al 10 gennaio di UKMO che descrive questa dinamica.


Insomma inizia l’inverno e non durerà poco, sembra possa essercene per tutti.