Stiamo monitorando l’andamento dei ghiacci polari con articoli e notizie di approfondimento. Sappiamo che l’importanza della loro estensione e salute è determinante non solo per il clima sul nostro pianeta ma anche per la stessa sopravvivenza di larghe fasce della popolazione mondiale che abitano in prossimità del mare, particolarmente sensibili ai possibili effetti che lo scioglimento del pack artico e antartico potrebbero determinare sul livello marino. In questo articolo, traduzione italiana delle notizie che possiamo trovare sul sito https://www.climate4you.com/Polar%20temperatures.htm#Antarctic%20monthly%20surface%20air%20temperatures%20south%20of%2070S.

Condizioni invernali nella valle Fardalen, Spitzbergen centrale, 10 aprile 2007.

Le moderne condizioni meteorologiche e climatiche nell’artico sono altamente condizionate dall’avvezione delle acqua calde del Nord Atlantico sul Mare del Nord, Mare Norvegese e Groenlandese. https://progettoscienze.com/blog/clima-come-stanno-i-nostri-poli/

Le condizioni climatiche marittime perciò prevalgono su gran parte dell’Oceano Artico, coste dell’Alaska, Islanda, Norvegia settentrionale e parti della Russia adiacente. In queste aree, gli inverni sono freddi e ventosi. Le estati sono nuvolose e fredde con temperature medie che oscillano tra i 4 e gli 8°C sulle aree terrestri. Le precipitazioni annuali variano tra i 600 mm e i 1300 mm, con una stagione fredda preponderante (in gran parte coperta da neve) variabile tra i 5 e i 7 mesi. di continua copertura nevosa (e.g., Berry et al. 1993Barry and Chorley 1998).

Il permafrost superficiale (0-250 metri) caratterizza queste regioni. Le foreste sono di solito assenti o si trovano vicino al livello del mare a riparo dalle condizioni ventose o termicamente fredde estive.(Humlum and Christiansen 1998).

Clima artico interno-il permafrost

Il clima dell’Artico continentale interno ha inverni più severi e precipitazioni di solito scarse. La parte più fredda del Nord Emisfero è localizzata nel nord-est della Siberia vicino la città di Verkhoyansk (Lydolph 1977), dove sono presenti temperature medie invernali di -43°C. Sebbene gelate possano registrarsi in ogni mese, i lunghi giorni estivi di solito determinano tre mesi con medie termiche al di sopra dei 10°C. In qualche luogo nelle zone continentali interne le temperature estive possono superare i 30°C. In queste regioni, le foreste si estendono dai 200 ai 1000 Km al nord del limite meridionale del permafrost e, coseguentemente, il permafrost si estende molto al di là del tradizionale limite caldo dell’ambiente periglaciale (la linea degli alberi). Il permafrost è molto diffuso e tipicamente raggiunge i 300-600 m di spessore.

In inverno, il tempo è dominato da frequenti eventi di inversione dove l’aria calda sovrasta quella fredda vicino alla superficie terrestre, separando la circolazione dei venti nei bassi strati da quella dei forti venti in quota. Per questa ragione, la velocità del vento nei bassi strati tende ad essere più bassa in inverno rispetto a ciò che ci si potrebbe aspettare e la fredda (e densa) aria ad accumularsi nelle depressioni topografiche. In estate, le inversioni sono meno frequenti e deboli, e i movimenti dei sistemi depressionari (cicloni) dominano periodicamente il tempo artico, anche nella Siberia centrale e nel bacino artico.

Le “Semipermanenti”

L’artico è caratterizzato da un pattern semi-permanente di alte e basse pressioni (Serreze et al. 1993Serreze et al. 1995Serreze and Barry 1998). Questi pattern sono semi-permanenti perchè essi appaiono nelle carte a lungo termine delle medie della pressione superficiale. Essi possono essere considerati in larga misura i rappresentanti di evidenze statistiche dove i sistemi di alte e basse pressioni che appaiono sulle carte sinnottiche tendono ad essere i più comuni. Questo pattern è sviluppato in maniera più debole durante l’estate, ma è più forte d’inverno.

La bassa pressione islandese è una figura semi-permanente centrata tra l’Islanda ed il sud della Groenlandia. Essa è più intensa durante l’inverno, mentre d’estate si indebolisce e frequentemente si separa in due centri, uno vicino Davis Strait tra l’Islanda e l’altro tra l’Islanda e la Groenlandia sudorientale.

I cicloni mobili

Cicloni mobili formatisi alle latitudini subpolari in Nord Atlantico di solito si abbassano e raggiungono la massima intensità quando passano nell’ area delle depressioni islandesi. La bassa pressione aleutinica è un altro centro di bassa pressione semi-permanente, localizzato vicino le Isole Aleutine nel nord dell’Oceano Pacifico. Anch’essa molto intensa durante l’inverno, è caratterizzata da cicloni molto forti. Come per la depressione islandese, cicloni mobili tendono ad abbassarsi di latitudine ed intensificarsi mentre passano nei pressi della depressione aleutinica.

Aree di significativa attività dei cicloni invernali si trovano nel Nord pacifico e nel Nord Atlantico. Questi incanalano calore, quantità di moto e umidità sull’Artico e influiscono in modo significativo sul clima delle alte latitudini.

I cicloni invernali nell’Artico Europeo avvengono molto frequentemente nelle regioni del Mar di Kara e di Barents portando impulsi di aria calda che determinano improvvisi riscaldamenti e scioglimento dei nevai anche in pieno inverno. Sul Nord Atlantico la più alta frequenza di questi cicloni si registra sulla Groenlandia orientale dopo che essi sono passati attraverso la “Semi-permanente” islandese. Cicloni sono molto comuni anche sulla Baia di Baffin tra l’Artico canadese e la Groenlandia.

Pattern estivo

La distribuzione estiva delle pressioni atmosferiche e la frequenza dei cicloni è differente da quella invernale. Con temperature più uniformi sulle parti settentrionali degli oceani Pacifico e Atlantico, i cicloni estivi tendono ad essere più deboli che le loro controparti invernali così come la semi-permanente islandese e le depressioni aleutiniche. In luglio e Agosto, pochi forti cicloni si muovono verso l’Oceano Artico dall’Atlantico settentrionale, mentre molti cicloni deboli si muovono verso il Polo dalle medie latitudini della Siberia e del Canada.

La circolazione artica